DOMIZIO | ||
Ragazzo che non credi alle promesse, |
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NON ALLA LUNA, NON AL VENTO DI MARZO | ||
Non alla luna, |
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DEL MAGGIO SFIORITO | ||
Il nostro maggio è sfiorito presto, amica mia. Magari era un amore grande come la sabbia di Cirene. E col silfio è volato via... Un amore così maestoso da sentirsi pago della sua bellezza e desiderarne l'annientamento. Così infinito, da anelare alla finitezza. |
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LA SARAGHINA DEL FORMAGGIO | ||
Se vedessi il Salento danzare tra gli ulivi, conosceresti la Saraghina del formaggio. Non vende rumbe ai bambini. Regala sorrisi senza denti. Gratta la vita tra selve di scabbia. È la Parca di cui non rammenti il viso. |
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PATROCLO | ||
Ho smesso di bere la primavera dalle concavità delle tue mani di rosa. Han messo il morso al mio insolente fiorire tra le tue cosce. Non basta il canto delle Nereidi a lenire l’angoscia, figlio di Menezio. Nel silenzio della tenda le lacrime mi rammentano che l’intero oro d’Ilio fiorente non vale il sorriso delle tue labbra che suggevano ambrosia. |
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I TUOI OCCHI | ||
I tuoi occhi con muto rimprovero. Nel nostro giardino, biondo di fresie, stenta la pervinca. Verrà la sua stagione. Non turbare i petali del meriggio domandando della mia anima. La troverai seduta là dove si perde il giorno nell’infinita attesa dei tuoi occhi. |
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